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Chiesa di San Benedetto alla Canapina. Pochissime sono le evidenze storico-archivistiche relative a questa chiesa. Certamente edificata, nella sua forma iniziale romanica, prima del Mille, la Chiesa di San Benedetto alla Canapina, nel corso dei secoli ha subito una inarrestabile evoluzione stilistica e costruttiva che l’ha condotta all’aspetto attuale: preminentemente, di carattere goticheggiante. Ciò nonostante, la lettura delle sue facciate, da quella anteriore a quella posteriore con la sua magnifica abside pensile, è da considerarsi un ‘miracolo’ dell’equilibrio stilistico e della sapienza edilizia dei nostri predecessori. Nonostante le ben cinque fasi della sua costruzione (tra elevazioni e rifacimenti), infatti, la sua cifra architettonica rimane straordinariamente omogenea ed elegante. Peculiarità non trascurabile di questo particolarissimo monumento è la sua duplice ‘natura’ verticale che, grazie ai due piani sovrapposti, la pone, al pari del Tempio di Sant’Ercolano e della Chiesa del Gesù, tra le chiese torre di città. Probabilmente ciò è da imputarsi alla presa in carico della chiesa da parte dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro che, nella seconda metà del Trecento, da Roma, si insediano stabilmente a Perugia nel complesso dei Gerosolimitani attorno a San Luca. Ne nasce – o si consolida – il singolare uso di San Benedetto che, al piano terra, da fuori le mura di città, accoglie i fedeli del contado e, al piano superiore, con accesso dalla sommità delle mura etrusche, si apre al culto dei fruitori che ne stanno dentro. Per la sua singolare posizione, San Benedetto Vecchio alla Canapina, grazie all’omonima scalinata che la circonda – che si rifà all’esercizio dei mastri canapai che lungo il tratto realizzavano le corde destinate alla vendita – si innalza, austera e bellissima, al centro del tratto delle mura etrusche della Canapina e della Cupa. Un’unica area, in realtà, almeno in origine. È a seguito dell’ ordinanza – citata negli Statuti Perugini del 1279 – che, tra le vecchie mura etrusche e l’ultima propaggine di quelle nuove medievali, si realizza la scalinata, destinata, da un lato a separare per sempre i due tratti delle mura antiche e, dall’altro a ricongiungere stabilmente gli abitanti di Porta Eburnea e di Porta Santa Susanna senza doverli far ‘uscire’ di città. Da un lato, così, il Parco della Canapina oggi si connota per la presenza della chiesa e, dall’altro quello della Cupa per la singolare presenza di un’altra porticina ancora, tagliata tra i blocchi etruschi di travertino: quella della Postierla.

Fonti foto
Franco Prevignano

Fonti testi
Michele Bilancia