



Chiesa di San Francesco al Prato. La prima chiesa francescana dopo quella madre dell’ordine ad Assisi, edificata a partire dal 1251, acquistò più valore per la presenza delle spoglie del beato Egidio (1190-1262). La chiesa è rimasta per anni a cielo aperto per il crollo delle volte causato dai movimenti franosi della collina. Gli altari e le cappelle sono andati perduti, mentre la facciata policroma è stata ripristinata nel 1926 dall’architetto Pietro Angelini. È stato uno degli edifici più importanti della storia della città, vero e proprio scrigno di opere d’arte: vi erano custodite la Pala Baglioni, oggi nella Galleria Borghese; l’Incoronazione della Vergine nota come Pala degli Oddi di Raffaello, ora nella Pinacoteca Vaticana e la Resurrezione del Perugino, sempre conservata in Vaticano. Noto anche per essere stato il Pantheon di Perugia, laddove le maggiori famiglie cittadine avevano il loro sepolcro, unitamente a capitani, giuristi e letterati che avevano arricchito, con la loro attività la città di Perugia. Il complesso di San Francesco al Prato è uno dei monumenti che dà lustro a Perugia e rappresenta una tra le più belle cartoline da visita offerte dal capoluogo. L’attiguo convento, come molte strutture religiose, dopo l’unità d’Italia ha subito la demaniazione ed è attualmente sede dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” e del suo museo Musa.
Auditorium. Progettato per avere nuove e molteplici potenzialità funzionali, per essere uno spazio sociale e culturale al servizio della città e ospitare eventi non solo di natura spettacolare, ma anche congressuali e espositivi. Attualmente l’auditorium è sottoposto a interventi di restauro di restauro da parte del Comune di Perugia.

DOCUMENTAZIONE STORICA
BRACHIO FORTEBRACHIO PERUSINO
Grandi onori per ossequiare la salma
A Firenze, presso Cosimo dei Medici, mercante fiorentino, si acquistano preziosi tessuti per un maestoso corteo funebre.
– Unum palium deauratum pulcherrimum.
– Unum stendardum cum armis prelibati Magnifici et Excelsi Domini Braccii.
– Taffetà pro 40 copertis equorum, et pro 36 banderiis.
Istruzioni per l’ambasciatore inviato presso Niccolò Fortebracci 2 aprile 1432
Primo: salutare e confortare la sua magnificentia per parte dei signori priori e ralegrarse et rengratiarlo.
Secondo: sete informato apieno de l’onore exequie et sepoltura predicta, et pregarlo remanga contento del corpo che verrà qui. De la venuta del corpo se dia termine de uno mese… et che se deliberi el modo del venire del corpo che venga honerevolmente per la via secondo el caso mereta. Ragionare de li stendardi, bandiere, coverte, e palii et altre cose ragionate qui, e del vestire dei famigli. Ragionare della sepoltura e pilo e capella. Ragionare dei fatti del conte Carlo. Ragionare del corotto (il lutto).


